Moto3, rivoluzione 2028: Yamaha sfida KTM e Honda con il nuovo 500cc
Dal 2028 Moto3 avrà un unico fornitore: Yamaha si candida con il 500cc, sfidando KTM, Honda e CFMOTO. Focus su sostenibilità e talenti.
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Il mondo della Moto3 si prepara a un cambiamento senza precedenti, destinato a ridefinire l’intero panorama del motomondiale. Dal 2028, la classe entry-level delle due ruote vivrà una vera e propria rivoluzione: tutte le moto in gara saranno fornite da un unico costruttore, segnando la fine dell’era delle disparità tecniche tra i diversi produttori. Una svolta che nasce dalla collaborazione tra FIM, Dorna e MSMA, con l’obiettivo dichiarato di rendere il campionato più accessibile ed equo, valorizzando il talento puro dei piloti e abbattendo le barriere economiche che spesso limitano la partecipazione dei giovani.
In prima linea per questo storico cambiamento troviamo Yamaha, che ha ufficializzato la propria candidatura a diventare il fornitore unico della categoria. L’annuncio arriva direttamente da Paolo Pavesio, Direttore Motorsports della casa giapponese, che ha illustrato le ambizioni e la filosofia alla base del progetto: “Abbiamo presentato la candidatura ufficiale per diventare partner tecnico della nuova Moto3 a partire dal 2028”. Il costruttore dei tre diapason ha messo sul piatto una proposta innovativa, che prevede l’introduzione di un motore 500cc bicilindrico, destinato a rappresentare un importante salto tecnologico rispetto agli attuali propulsori.
La strategia di Yamaha non si limita a una semplice operazione di marketing. Il vero obiettivo è la democratizzazione del motorsport, in linea con il programma Blue Cru, volto a favorire la crescita dei giovani talenti. “La competizione non deve restare uno sport per pochi ricchi”, ha sottolineato Pavesio, evidenziando come la scelta di un fornitore unico rappresenti un passo concreto verso una maggiore accessibilità e sostenibilità economica per team e piloti. In questo scenario, la Moto3 si candida a diventare una palestra ideale per le nuove generazioni, offrendo a tutti le stesse opportunità di emergere grazie al proprio talento.
Il percorso verso la scelta del costruttore unico, tuttavia, si preannuncia tutt’altro che semplice. In corsa per il ruolo di protagonista troviamo anche KTM, forte di una stagione 2025 già ricca di successi – con ben 11 vittorie – e della consolidata partnership con Red Bull. Il marchio austriaco, che ha fatto della competitività tecnica uno dei suoi punti di forza, si presenta come uno degli avversari più temibili per Yamaha. Ma non è tutto: Honda, storica protagonista del motociclismo mondiale, difende con determinazione la propria tradizione e il proprio know-how, pronta a non cedere facilmente il passo nella corsa al futuro della categoria.
A rendere la sfida ancora più interessante è la presenza di CFMOTO, outsider cinese che negli ultimi anni ha dimostrato una crescita esponenziale e potrebbe sorprendere tutti, sovvertendo i pronostici. La pluralità di candidati testimonia quanto sia sentita e strategica la posta in gioco, in un contesto dove la visibilità internazionale e la possibilità di dettare gli standard tecnici per la prossima generazione di piloti rappresentano un’occasione irripetibile.
Sul fronte organizzativo, Dorna si conferma il regista di questa trasformazione epocale. Carlos Ezpeleta, direttore sportivo della società, ha dichiarato che la decisione definitiva sul fornitore unico sarà presa entro la fine della stagione 2025: “Avremo due anni per prepararci a questa nuova era”. Un periodo di transizione fondamentale, che permetterà ai team di adattarsi alle nuove regole e di sviluppare strategie competitive in vista del debutto del nuovo format.
La rivoluzione della Moto3 non è solo una questione tecnica, ma rappresenta un cambiamento culturale per tutto il motomondiale. La scelta di puntare su un solo costruttore mira a eliminare le disparità tra team con budget diversi, ponendo l’accento su valori come l’equità, l’accessibilità e la meritocrazia. Una filosofia che si riflette anche nella volontà di promuovere la mobilità internazionale dei giovani talenti, abbattendo le barriere che spesso hanno frenato la crescita di nuovi campioni.