Moto a idrogeno, autonomia raddoppiata e zero emissioni: la svolta giapponese

Scopri come la nuova pila a idrogeno della Università di Kyushu può rivoluzionare le moto: efficienza, autonomia e zero emissioni per la mobilità sostenibile.

Moto a idrogeno, autonomia raddoppiata e zero emissioni: la svolta giapponese
M V
Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 29 ago 2025

Nel panorama della mobilità sostenibile, una vera rivoluzione si sta preparando a scuotere il settore delle due ruote: un cambiamento silenzioso, ma potenzialmente epocale, che arriva direttamente dal Giappone. L’innovazione tecnologica che potrebbe riscrivere il futuro delle motociclette si fonda su un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: dimezzare la temperatura operativa e raddoppiare l’autonomia, il tutto azzerando le emissioni. A guidare questa svolta è l’Università di Kyushu, dove un team di ricercatori ha messo a punto una nuova pila a combustibile capace di sfruttare l’idrogeno in modo più efficiente e accessibile che mai.

Fino a oggi, l’impiego dell’idrogeno nelle motociclette era ostacolato da un limite tecnologico importante: la necessità di lavorare a temperature molto elevate, spesso superiori ai 700°C, per garantire prestazioni soddisfacenti. Questo requisito non solo complicava la progettazione e la sicurezza dei veicoli, ma ne impediva anche la diffusione su larga scala. Ora, però, la nuova pila a combustibile sviluppata in Giappone funziona a “soli” 300°C, un valore che, pur rimanendo significativo, rappresenta un vero salto in avanti rispetto agli standard precedenti.

Il cuore di questa innovazione tecnologica risiede in una composizione chimica avanzata: l’elettrolita della cella è costituito da una miscela di estannato di bario e titanato di bario, arricchita con scandio. Questa combinazione crea un canale preferenziale per il passaggio degli ioni, aumentando notevolmente l’efficienza e consentendo la realizzazione di dispositivi più compatti e leggeri. Caratteristiche, queste, fondamentali nel mondo delle due ruote, dove ogni grammo e ogni centimetro contano.

I benefici di una motocicletta alimentata a idrogeno sono molteplici e significativi. In primo luogo, si otterrebbe la reattività e la brillantezza tipiche di una moto elettrica, unite però a tempi di rifornimento idrogeno estremamente rapidi, simili a quelli delle moto tradizionali a benzina. Inoltre, grazie all’elevata densità energetica dell’idrogeno, l’autonomia di queste moto potrebbe superare di gran lunga quella delle attuali elettriche, risolvendo uno dei principali limiti che ancora frenano la diffusione delle due ruote a batteria.
Ma il vero punto di forza di questa soluzione è rappresentato dalle emissioni zero: l’unico “scarto” prodotto durante il funzionamento della moto sarebbe semplice vapore acqueo. Un traguardo che si inserisce perfettamente nella crescente sensibilità ambientale e nelle politiche globali volte alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Nonostante le prospettive entusiasmanti, permangono alcune sfide che dovranno essere affrontate prima di assistere a una diffusione capillare di queste tecnologie. In primis, l’infrastruttura di rifornimento idrogeno è ancora molto limitata: attualmente solo il Giappone e la California possono vantare una rete di stazioni minimamente sviluppata, mentre in Europa le iniziative sono ancora agli albori e concentrate soprattutto in Germania. Inoltre, la produzione di idrogeno verde – ovvero ottenuto da fonti rinnovabili – deve ancora diventare competitiva rispetto all’idrogeno prodotto dal gas naturale, sia in termini di costi che di impatto ambientale.
Nonostante questi ostacoli, il settore delle due ruote guarda con crescente interesse alle possibilità offerte dall’innovazione tecnologica made in Giappone. La concreta prospettiva di vedere prototipi funzionanti già nei prossimi anni ai principali saloni internazionali, come il Tokyo Auto Salon o l’Intermot di Colonia, alimenta l’ottimismo degli addetti ai lavori e degli appassionati. Se la tecnologia sviluppata dall’Università di Kyushu riuscirà a superare la fase di scaling industriale, il comparto motociclistico potrebbe essere testimone di una trasformazione senza precedenti.

Ti potrebbe interessare: