Crisi globale delle due ruote: dazi USA e costi in rialzo minacciano il settore moto
Le nuove tariffe USA su acciaio, alluminio e rame imposte da Trump mettono in crisi i produttori di moto stranieri e rischiano di far salire i prezzi.
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Il settore delle due ruote si trova a fronteggiare una delle crisi più complesse e articolate della sua storia recente. Tra l’inasprimento dei dazi doganali, il rincaro dei materiali e l’introduzione di normative ambientali sempre più severe, il mercato moto mondiale si ritrova stretto in una morsa che mette a rischio la sua competitività globale e la sopravvivenza di alcuni dei suoi protagonisti più illustri.
L’amministrazione Trump ha infatti scelto la via della protezione economica, incrementando sensibilmente le tariffe su materie prime essenziali come acciaio e alluminio, e lasciando intendere che anche il rame potrebbe presto rientrare nella lista dei materiali soggetti a tassazione. Una decisione che, se da un lato mira a tutelare la produzione interna statunitense, dall’altro rischia di generare una “tempesta perfetta” per l’industria motociclistica internazionale, con effetti a catena che vanno ben oltre i confini degli Stati Uniti.
Il mercato moto USA rappresenta da sempre un approdo strategico per i costruttori europei e asiatici. Marchi come Ducati, BMW e i giganti giapponesi sono leader indiscussi nei segmenti delle superbike, delle maxienduro, delle naked e delle supersportive. Tuttavia, la nuova politica commerciale americana pone questi produttori davanti a una scelta cruciale: aumentare i prezzi di listino, con il rischio di perdere quote di mercato, oppure sacrificare i margini di profitto, mettendo a repentaglio la sostenibilità finanziaria delle proprie attività oltreoceano.
Mercato moto, anche i grossi brand in difficoltà
Nemmeno i colossi locali come Harley Davidson sono immuni dalle ripercussioni di questa svolta protezionistica. Sebbene vantino una produzione fortemente radicata sul territorio nazionale, la loro dipendenza da componenti e materiali importati resta elevata. Solo le aziende in grado di utilizzare acciaio e alluminio interamente prodotti negli Stati Uniti potranno evitare l’impatto dei nuovi dazi, ma la capacità produttiva interna si rivela, almeno per ora, insufficiente a soddisfare la domanda del mercato.
Per i costruttori stranieri, riorganizzare le catene di approvvigionamento rappresenta una sfida quasi insormontabile. Modelli iconici come la Yamaha R1, la Ducati Multistrada o la BMW R 1300 GS rischiano rincari significativi, mentre le apprezzate naked giapponesi potrebbero diventare inaccessibili per molti appassionati, uscendo dalla fascia di prezzo che le ha rese popolari. La pressione sui prezzi non riguarda solo i veicoli di fascia alta, ma minaccia di coinvolgere l’intero spettro dell’offerta motociclistica.
A complicare ulteriormente il quadro, il settore delle due ruote si trova già a dover affrontare una serie di criticità preesistenti: l’entrata in vigore della normativa Euro6, la transizione verso le moto elettriche, l’aumento dei costi logistici e la persistente carenza di semiconduttori. In questo scenario, l’introduzione dei nuovi dazi statunitensi si configura come un ulteriore ostacolo alla competitività dei marchi esteri, aggravando una situazione già fortemente compromessa.
Non sorprende che i produttori americani di acciaio e alluminio abbiano accolto con favore queste misure protezionistiche, vedendole come un’opportunità per rilanciare l’industria nazionale. Tuttavia, per il comparto motociclistico nel suo insieme, il rischio è quello di una crisi senza precedenti. Se la minaccia di estendere i dazi anche al rame dovesse concretizzarsi, il settore delle moto elettriche ne uscirebbe particolarmente penalizzato, dal momento che questo materiale è indispensabile per la produzione di motori e batterie e viene impiegato in quantità nettamente superiori rispetto ai modelli tradizionali.
Per i motociclisti americani, la prospettiva è quella di un aumento generalizzato dei prezzi, con molte delle moto più desiderate che rischiano di diventare economicamente irraggiungibili. La tempesta perfetta scatenata dalle nuove politiche commerciali degli Stati Uniti non solo mette a dura prova la capacità di adattamento dei produttori, ma rischia anche di ridefinire per sempre gli equilibri e le ambizioni del mercato moto USA.