Yamaha R1-7 OW-02: Il restomod che omaggia la leggendaria R7

Yamaha R1-7 OW-02 di DV8 Motorcycles: una R1 del 2001 trasformata in restomod ispirato alla mitica R7, tra innovazione e tradizione racing.

Yamaha R1-7 OW-02: Il restomod che omaggia la leggendaria R7
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Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 21 ago 2025

Sulle piste di tutto il mondo, il mito delle due ruote torna a vivere in una veste rinnovata e carica di fascino: la Yamaha R1-7 OW-02 rappresenta la sintesi perfetta tra passato e presente, tra la gloria delle corse anni ’90 e l’innovazione tecnologica di oggi. È la passione a guidare questa rinascita, come racconta Ryan Cramer, ex stunt rider e istruttore di guida con una lunga carriera nelle competizioni, che ha dato vita a un progetto capace di emozionare tanto i nostalgici quanto i nuovi appassionati.

Cramer, fondatore di DV8 Motorcycles, ha deciso di reinterpretare la leggendaria Yamaha R7 partendo da una base più accessibile ma non meno iconica: la YZF R1 del 2001. Questo restomod è molto più di una semplice personalizzazione; è un viaggio nella memoria collettiva degli amanti delle corse, una celebrazione delle homologation special che negli anni ’90 hanno segnato un’epoca d’oro per le superbike giapponesi.

All’epoca, le case nipponiche dominavano il mondiale Superbike grazie a modelli che sono diventati leggende, come la Honda RC30, la Yamaha OW-01 e, naturalmente, la Yamaha R7. Quest’ultima, prodotta in soli 500 esemplari nel 1999, era una vera opera d’arte: motore da 749cc, valvole in titanio e una ciclistica ispirata direttamente alla YZR500 guidata da Wayne Rainey. Oggi questi gioielli sono diventati preziosi pezzi da collezione, spesso troppo rari e costosi per essere portati ancora in pista.

Da questa esigenza di riportare in vita lo spirito racing di un tempo nasce il progetto Yamaha R1-7 OW-02. L’obiettivo è chiaro: offrire a chi guida le stesse sensazioni di una moto d’epoca, ma con la sicurezza e l’affidabilità delle tecnologie moderne. Il cuore pulsante resta quello della R1, ma il motore è stato profondamente rivisto: trasmissione da competizione, frizione antisaltellamento e uno scarico in titanio, per una potenza che tocca i 148 cavalli alla ruota, con la prospettiva di raggiungere i 170 CV nelle future evoluzioni.
Il vero salto di qualità, però, si trova nella ciclistica. La moto è stata dotata di sospensioni KTech DDS Pro al posteriore, mentre all’anteriore sono state montate le forcelle di una R1 2008, ulteriormente perfezionate con un kit Andreani. La frenata è affidata a un impianto Brembo HPK, sinonimo di prestazioni e affidabilità, mentre la stabilità è garantita da un ammortizzatore di sterzo Öhlins, marchio di riferimento nel mondo delle competizioni.
Uno degli aspetti più impressionanti del progetto riguarda la riduzione del peso: grazie all’adozione di ruote in carbonio, la moto è stata alleggerita di ben 16 libbre rispetto alla versione originale. Un risultato che si traduce in maggiore agilità, precisione nei cambi di direzione e una dinamica di guida che esalta chiunque si metta in sella.
L’estetica non è stata trascurata: la carenatura e il serbatoio, anch’essi realizzati in carbonio, riprendono fedelmente le linee aggressive e distintive della Yamaha R7 originale. Il risultato è una moto che non passa inosservata, capace di suscitare emozioni sia tra i puristi che tra chi cerca un mezzo dalle prestazioni moderne ma con un’anima vintage.
Il debutto in pista a Mid-Ohio ha segnato un momento chiave per la Yamaha R1-7 OW-02. Ryan Cramer ha fissato un obiettivo ambizioso: eguagliare i tempi delle AMA Superbike dei primi anni 2000, dimostrando che una sportiva di inizio millennio, se opportunamente modificata, può ancora competere con le moto più recenti. Una sfida che non è solo tecnica, ma anche culturale, perché riporta in auge il valore della personalizzazione e della passione artigianale nel mondo delle corse.

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