Bufera legale su Harley-Davidson: multa da 1,4 milioni per pratiche scorrette

La FTC giapponese multa Harley-Davidson per 1,4 milioni di dollari per quote di vendita imposte ai concessionari, violando la legge antimonopolio.

Bufera legale su Harley-Davidson: multa da 1,4 milioni per pratiche scorrette
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Marianna Bortevi
Pubblicato il 1 lug 2025

Una bufera legale si abbatte su Harley-Davidson in Giappone, con una multa di 1,4 milioni di dollari e accuse di abuso di posizione dominante. La celebre casa motociclistica americana è stata al centro di un’indagine condotta dalla FTC Giappone (Japan Fair Trade Commission), che ha evidenziato pratiche commerciali irregolari imposte ai concessionari del marchio.

L’autorità antitrust giapponese ha accusato Harley-Davidson di aver violato la legge antimonopolio, obbligando i propri rivenditori a raggiungere obiettivi di vendita considerati irrealistici con normali strategie di mercato. Per soddisfare tali richieste, i concessionari sono stati costretti ad acquistare motociclette in eccedenza, successivamente rivendute come “veicoli registrati ma inutilizzati”. Questa pratica ha comportato un significativo deprezzamento dei modelli rispetto a quelli nuovi, penalizzando ulteriormente i rivenditori.

La situazione si è rivelata particolarmente gravosa per quei concessionari che avevano già investito ingenti somme per adeguarsi agli standard del marchio, come la ristrutturazione dei punti vendita e altre migliorie strutturali. Questi investimenti, sommati alle pressioni commerciali, hanno messo a dura prova la sostenibilità economica di molte attività legate al brand.

Perché la multa ad Harley-Davidson in Giappone

In Giappone, la legislazione in materia di concorrenza proibisce espressamente lo sfruttamento di una posizione di forza contrattuale per imporre condizioni sfavorevoli nei rapporti commerciali. Secondo la normativa, la FTC Giappone ha il potere di imporre sanzioni fino all’1% del fatturato generato attraverso le pratiche irregolari. La multa di 1,4 milioni di dollari lascia intendere che le vendite derivanti da queste attività contestate abbiano superato i 100 milioni di dollari.

Fonti riservate, citate da Nikkei Asia e altre pubblicazioni asiatiche, riferiscono che Harley-Davidson non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla sanzione. Questo silenzio potrebbe indicare un momento di riflessione strategica per la casa motociclistica, che potrebbe essere costretta a rivedere le proprie politiche per evitare ulteriori problemi legali in futuro.
L’episodio mette in evidenza i rischi connessi a strategie commerciali eccessivamente aggressive, specialmente in mercati con normative stringenti come quello giapponese. L’imposizione di quote di vendita irrealistiche non solo ha danneggiato i concessionari, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di tali approcci.
Questa vicenda rappresenta un monito per tutte le aziende che operano a livello globale, evidenziando l’importanza di adattarsi ai quadri normativi locali e di rispettare le regole della concorrenza. Resta da vedere se Harley-Davidson apporterà modifiche significative alle proprie politiche commerciali per prevenire il ripetersi di situazioni simili e ristabilire la fiducia con i propri concessionari e clienti.

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