Caterham Brutus 750: la rivoluzione mancata tra offroad e motoslitta

Caterham Brutus 750, la moto offroad automatica che si trasformava in motoslitta. Un progetto visionario mai arrivato sul mercato.

Caterham Brutus 750: la rivoluzione mancata tra offroad e motoslitta
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Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 10 lug 2025

C’è stato un momento, non troppo lontano, in cui il mondo delle due ruote sembrava sul punto di essere rivoluzionato da un progetto fuori dagli schemi: la Caterham Brutus 750. Presentata con grande entusiasmo al Salone di Milano 2013, questa moto incarnava una promessa di innovazione e versatilità senza precedenti. Tuttavia, nonostante le premesse entusiasmanti e le prospettive commerciali, la sua storia si è rivelata una parabola breve, destinata a rimanere nei ricordi degli appassionati come un affascinante esperimento mai decollato.

La Caterham Brutus 750 rappresentava una rottura radicale con il passato. L’idea alla base era tanto semplice quanto audace: offrire una moto offroad capace di trasformarsi in una motoslitta nel giro di poche ore. Un sogno per chi ama l’avventura in ogni stagione, grazie a un sistema di conversione che, in appena quattro ore, consentiva di passare dalle ruote al cingolo, pronto ad affrontare neve e terreni accidentati. Il cuore pulsante del progetto era un monocilindrico da 750 cc raffreddato a liquido, unito a una trasmissione automatica CVT, dettaglio che eliminava la necessità di cambiare marcia manualmente. In questo modo, la Brutus 750 si proponeva come una delle prime vere moto automatiche pensate per il fuoristrada estremo.

Sul fronte tecnico, la Brutus 750 non lasciava nulla al caso. L’iniezione elettronica Siemens garantiva precisione nella gestione del motore, mentre lo scarico Arrow dedicato esaltava le prestazioni. I pneumatici oversize, con una sezione di ben 260 mm, erano montati su cerchi da 9 e 10 pollici, una scelta insolita ma perfetta per massimizzare la trazione su ogni tipo di superficie. Il telaio tubolare in acciaio, realizzato con tecnologia CNC, offriva robustezza e leggerezza, mentre le sospensioni FastAce Performance e l’impianto frenante con dischi lobati assicuravano sicurezza e controllo anche nelle condizioni più estreme.

Dal punto di vista estetico, la Brutus 750 non passava certo inosservata. Il parafango “pico pato” e il doppio faro circolare erano chiari richiami alle competizioni Baja, sottolineando la sua anima da esploratrice. Un solido paramotore metallico proteggeva il propulsore dagli urti, confermando la vocazione della moto a sfidare i percorsi più impegnativi. L’attenzione ai dettagli era evidente in ogni componente, pensato per garantire affidabilità e resistenza anche nelle condizioni più difficili.

Dietro questa creatura fuori dal comune si celava un team di altissimo livello: Al-Ishsal Ishak guidava la divisione motociclistica di Caterham, il design portava la firma di Alessandro Tartarini, mentre Zeno Panarari ne curava la parte ingegneristica. La strategia era chiara: posizionare il marchio britannico in una nicchia di mercato ben definita, evitando lo scontro diretto con i grandi nomi del settore. Una mossa coraggiosa, supportata anche dal co-presidente di Caterham Group, Tony Fernandes, e da un prezzo di lancio molto competitivo, stimato intorno ai 5.000 euro (4.175 sterline), ben al di sotto delle aspettative iniziali.

Nonostante l’entusiasmo iniziale e una breve parentesi di visibilità che vide la divisione motociclistica Caterham impegnata anche nel Motomondiale Moto2, la Brutus 750 non riuscì mai a superare la fase di prototipo. Le difficoltà produttive e la mancanza di partner industriali portarono presto all’abbandono del progetto. Un tentativo di rinascita si registrò con l’italiana Moto Parrilla e la SUV 750, ma anche questa iniziativa, nonostante il ricorso al crowdfunding e la ricerca di alleanze produttive in Asia, non riuscì a decollare.

Oggi, Caterham ha scelto di tornare alle sue origini, focalizzandosi sulle auto sportive e su progetti come il recente “Project V”, realizzato in collaborazione con Yamaha Motor. La storia della Brutus 750 resta così un caso emblematico di come anche le idee più brillanti e rivoluzionarie possano incontrare ostacoli insormontabili sul cammino verso il successo commerciale. Eppure, questa moto-motoslitta continua a ispirare gli appassionati di avventura e tecnologia, simbolo di una stagione di grande fermento e di sogni mai del tutto sopiti.

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