MotoGP, l’arma segreta di Aprilia: pannelli, diffusori e mini-alettoni

Aprilia presenta brevetti per l’effetto suolo in MotoGP: soluzioni aerodinamiche che anticipano l’arrivo su modelli di serie e X-GP.

MotoGP, l’arma segreta di Aprilia: pannelli, diffusori e mini-alettoni
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Massimo Schimperla
Pubblicato il 31 ago 2025

Nel mondo delle due ruote, sta avvenendo una trasformazione silenziosa ma rivoluzionaria: la casa di Noale sta riscrivendo le regole dell’aerodinamica applicata alle moto. Innovazioni apparentemente invisibili stanno cambiando radicalmente la stabilità e le prestazioni in curva, segnando un nuovo punto di riferimento per tutto il settore. Non si tratta solo di piccoli aggiustamenti estetici, ma di un vero e proprio arsenale di soluzioni tecnologiche che promettono di portare l’effetto suolo anche dove, fino a poco tempo fa, sembrava impossibile.

Negli ultimi mesi, Aprilia si è imposta come una delle realtà più visionarie e audaci nella ricerca di nuove frontiere tecnologiche all’interno della MotoGP. Il marchio veneto ha depositato una serie di brevetti che testimoniano una strategia ben precisa: non limitarsi a inseguire la downforce, ma cercare di trasferire sulle moto i principi aerodinamici che hanno rivoluzionato le monoposto di Formula 1. È un salto concettuale che apre scenari inediti, sia per la competizione che per le future supersportive stradali.

Al centro di questa rivoluzione c’è Marco De Luca, responsabile dell’aerodinamica di Aprilia Racing e con un passato di rilievo in Formula 1. Sotto la sua guida, la Aprilia RS-GP  ha sviluppato una propria identità, fatta di soluzioni tecniche che derivano dal mondo delle auto da corsa ma sono state adattate alle esigenze e alle sfide delle motociclette. Un esempio emblematico sono i pannelli laterali montati sul basculante posteriore: veri e propri elementi aerodinamici, disegnati come ali invertite, capaci di generare non solo una spinta verso il basso ma anche una forza laterale quando la moto è inclinata in curva.

Questa innovazione, apparentemente semplice, in realtà introduce una nuova dimensione di controllo: la stabilità non è più solo affidata alla ciclistica o alle gomme, ma viene supportata attivamente da componenti aerodinamici che aiutano il pilota a contrastare la forza centrifuga nei momenti più delicati della guida. In altre parole, la moto si comporta in modo più prevedibile e sicuro anche nelle situazioni limite.
Un altro elemento di grande interesse è il mini-alettoni posizionato davanti alla pneumatico posteriore e orientato verso il suolo. Questo piccolo dispositivo, apparentemente marginale, crea una zona di bassa pressione che incrementa sensibilmente l’aderenza in curva. Si tratta di un’applicazione avanzata del principio dell’effetto suolo, che nelle moto è ancora più complesso da ottenere rispetto alle auto, a causa delle diverse dinamiche di inclinazione e movimento.
L’ingegno di Aprilia non si ferma qui. Un’altra area completamente ripensata è quella tra la ruota posteriore e il codino, dove è stato creato un vero e proprio tunnel-diffusori. Questo canale accelera il flusso d’aria sotto la moto, generando una forte suzione dal basso che contribuisce a mantenere la moto incollata all’asfalto. Il sistema è ulteriormente ottimizzato da un alettone rialzato sul codino, il cui scopo è favorire l’evacuazione dell’aria e, al contempo, offrire spazio per eventuali componenti elettronici aggiuntivi.
Al momento, queste tecnologie non sono ancora state omologate per la MotoGP, ma la visione di Aprilia va ben oltre il paddock. Le soluzioni brevettate potrebbero presto trovare applicazione anche su modelli di serie o su versioni speciali come la tanto attesa Aprilia X GP, regalando agli appassionati prestazioni e vantaggi competitivi che la concorrenza faticherà a replicare.
Questa strategia dimostra come Aprilia abbia scelto di investire in una ricerca aerodinamica di lungo periodo, capace di tradursi in innovazione concreta per i prodotti destinati al mercato. L’effetto suolo applicato alle motociclette rappresenta oggi la nuova frontiera dell’ingegneria sportiva: una sfida che potrebbe ridefinire, nei prossimi anni, gli standard di riferimento per tutte le supersportive.

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