KTM: crollo dei ricavi e ripartenza tra ristrutturazioni e nuove strategie

Analisi dettagliata della crisi e della ristrutturazione di Pierer Mobility nel 2025: ricavi, vendite, liquidità e strategie future per la ripresa.

KTM: crollo dei ricavi e ripartenza tra ristrutturazioni e nuove strategie
M V
Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 28 ago 2025

Il primo semestre del 2025 segna una fase di svolta senza precedenti per il gruppo Pierer Mobility, protagonista di una delle più profonde crisi industriali degli ultimi anni nel settore delle due ruote. I numeri parlano chiaro: un crollo del 57,8% dei ricavi, la vendita di 85.284 motociclette e una riduzione dell’organico di 1.721 dipendenti. A tutto ciò si aggiunge un risultato finanziario condizionato da una massiccia ristrutturazione, che ha permesso al gruppo di chiudere il periodo con un utile contabile straordinario di 1.187 milioni di euro, ma che non nasconde la fragilità della situazione operativa.

La holding austriaca, proprietaria di KTM, ha registrato ricavi pari a soli 425 milioni di euro, un dato pesantemente influenzato da due importanti interruzioni della produzione. Queste pause forzate sono state causate principalmente da problemi di liquidità e da criticità nella catena di fornitura, che hanno costretto lo stabilimento austriaco a fermarsi per gran parte del semestre, con una ripresa delle attività soltanto verso la fine di luglio. Tuttavia, la società ha potuto contare su un effetto positivo straordinario derivante dalla conclusione delle procedure di insolvenza: a giugno, il deposito del 30% dei crediti riconosciuti da parte di KTM AG e di due sue controllate ha generato un importante utile da ristrutturazione di 1.187 milioni di euro, fondamentale per la tenuta dei conti.

Il piano di rilancio varato dal management punta su una radicale semplificazione delle attività e sulla concentrazione esclusiva sul core business delle motociclette. Tra le decisioni più rilevanti figura la liquidazione della divisione biciclette, che nel semestre ha comunque rappresentato il 12% delle vendite totali con 50.107 unità, e la cessione della quota di maggioranza in MV Agusta, finalizzata lo scorso 9 luglio. In parallelo, sono in corso trattative per la vendita del ramo KTM X-BOW, mentre tutte le risorse e gli investimenti futuri saranno indirizzati alla produzione e commercializzazione delle due ruote a motore.

Sul fronte produttivo, la crisi di liquidità ha imposto scelte drastiche. Il gruppo ha introdotto riduzioni temporanee dell’orario lavorativo e dei compensi, nel tentativo di salvaguardare le competenze chiave e limitare l’impatto sui costi fissi. Il taglio del personale è stato inevitabile: negli ultimi dodici mesi sono usciti 1.721 dipendenti, con ulteriori 220 unità in meno dopo la vendita di MV Agusta.
A livello geografico, la distribuzione del fatturato vede l’Europa in testa con il 46,5%, seguita dal Nord America al 32,4% e dai mercati extraeuropei al 21,1%. L’effetto contabile positivo della ristrutturazione ha permesso al gruppo di chiudere il semestre con un EBITDA di 1.003 milioni di euro, un EBIT di 930 milioni e un utile netto di 739 milioni. Il patrimonio netto è tornato in territorio positivo a 532 milioni, pari a una solidità patrimoniale del 27%, mentre il debito netto si è ridotto a 756 milioni di euro, segno di una situazione finanziaria ancora sotto pressione ma in lieve miglioramento.
Il sostegno finanziario è arrivato grazie a un prestito di ristrutturazione di 450 milioni di euro concesso da Bajaj Auto International Holdings e a un ulteriore prestito soci di 350 milioni da Pierer Bajaj AG. Questi interventi hanno garantito la continuità aziendale in una fase particolarmente critica, consentendo la ripresa graduale della produzione e delle attività commerciali.
Il segmento motociclette, che rappresenta l’87% dei ricavi complessivi, ha visto la vendita diretta di 50.334 unità e la distribuzione di altre 34.950 moto tramite Bajaj Auto in India, dove si registra una crescita dell’8%. Nonostante ciò, il dato globale evidenzia una flessione significativa: le vendite complessive sono diminuite del 42,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con ricavi esterni in calo del 60,3% a quota 372 milioni di euro.
Le prospettive per il futuro restano incerte. Il management prevede che i ricavi del 2025 saranno sensibilmente inferiori a quelli del 2024, con un EBITDA positivo atteso solo nel 2026 e un ritorno all’utile operativo (EBIT) non prima del 2027. Tra le principali sfide da affrontare, la ricostruzione dei rapporti con i fornitori e il ripristino di una catena di approvvigionamento efficiente restano elementi cruciali per la ripresa e la stabilità del gruppo.

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