Intervista a Livio Lodi, l'archeologo di Ducati

Un viaggio nella storia della casa di Borgo Panigale ai tempi del mitico Montjuic.

Intervista a Livio Lodi, l'archeologo di Ducati
F A
Flavio Atzori
Pubblicato il 13 apr 2017

Sul serbatoio – come detto – il logo NCR “Cosa ne sai di Nepoti e Caracchi? Loro erano ex dipendenti Ducati che decisero di aprire un’officina per conto proprio. Vennero chiamati a partire dal 1972 per fare la 200 miglia e fare i meccanici per la Ducati. Loro preparavo anche i Tomos 50, ma avevano una grande conoscenza dei 4 tempi. La loro storia iniziò quando a Ducati venne proibito di avere una squadra corse ufficiale. Dopo il 1973 pensa che il governo italiano – proprietario Ducati – aveva detto basta alle corse, costava troppo. Taglioni però non si perse d’animo e continuò a realizzare in maniera….carbonara…le moto da corsa Ducati all’insaputa del governo, poi le affidava a Nepoti e Caracchi “.

Un pezzo di storia raccontata da questo archeologo di casa Ducati. L’occasione la celebrazione del rapporto tra Ducati e Seat. E chi ha pensato fosse solo una partnership commerciale, ora può ricredersi. Un piccolo tassello di storia. Il consiglio? Se capitate dalle parti di Bologna, visitate il museo di Borgo Panigale. E se potete, scambiate quattro chiacchiere con Livio Lodi.

Ti potrebbe interessare: